Disponibile adesso il testo della dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali, che illustra l’impegno dei Paesi partner a favore di una trasformazione digitale sicura, protetta e sostenibile.
Firmata la dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali, con la firma della Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, della Presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, e del Primo ministro ceco Petr Fiala per la presidenza di turno del Consiglio.
La dichiarazione illustra l’impegno dell’UE a favore di una trasformazione digitale sicura, sostenibile e sicura che ponga le persone al centro, in linea con i valori fondamentali e i diritti fondamentali dell’UE.
Scopriamo dunque quali sono le novità sottoscritte tramite questo importante documento.
Indice dei contenuti
Secondo quanto indicato dal documento la tecnologia dovrebbe essere al servizio e andare a beneficio di tutte le persone che vivono nell’UE, mettendole nelle condizioni di perseguire le loro aspirazioni, in tutta sicurezza e nel pieno rispetto dei loro diritti fondamentali.
In base a questo assunto l’UE ha deciso di impegnarsi a perseguire le seguenti finalità:
Nello specifico questi sono i principi cardine evidenziati all’interno del documento comunitario.
La tecnologia dovrebbe essere utilizzata per unire le persone, e non per dividerle. La trasformazione digitale dovrebbe contribuire a una società e a un’economia eque e inclusive nell’UE.
Ogni persona, ovunque nell’UE, dovrebbe avere accesso alla connettività digitale ad alta velocità a prezzi accessibili.
Ogni persona ha diritto all’istruzione, alla formazione e all’apprendimento permanente e dovrebbe poter acquisire tutte le competenze digitali di base e avanzate.
Ogni persona ha diritto a condizioni di lavoro eque, giuste, sane e sicure e a una protezione adeguata nell’ambiente digitale come nel luogo di lavoro fisico, indipendentemente dalla sua situazione occupazionale, dalle modalità o dalla durata dell’occupazione.
I sindacati e le organizzazioni di datori di lavoro svolgono un ruolo importante nella trasformazione digitale, in particolare in relazione alla definizione di condizioni di lavoro giuste ed eque, anche per quanto riguarda l’utilizzo degli strumenti digitali sul luogo di lavoro.
Ogni persona dovrebbe avere accesso online ai servizi pubblici principali nell’UE. A nessuno deve essere chiesto di fornire dati più spesso di quanto necessario durante l’accesso ai servizi pubblici digitali e il loro utilizzo.
Ogni persona dovrebbe essere messa nelle condizioni di godere dei benefici offerti dai sistemi algoritmici e di intelligenza artificiale, anche compiendo le proprie scelte informate nell’ambiente digitale, e rimanendo al contempo protetta dai rischi e dai danni alla salute, alla sicurezza e ai diritti fondamentali.
Ogni persona dovrebbe essere in grado di scegliere realmente e liberamente quali servizi online utilizzare, sulla base di informazioni obiettive, trasparenti, facilmente accessibili e affidabili.
Le piattaforme online, in particolare le piattaforme online di dimensioni molto grandi, dovrebbero sostenere il libero dibattito democratico online.
Visto il ruolo svolto dai loro servizi nel plasmare l’opinione pubblica e il dibattito pubblico, le piattaforme online di dimensioni molto grandi dovrebbero attenuare i rischi derivanti dal funzionamento e dall’uso dei loro servizi, anche in relazione alle campagne di disinformazione e cattiva informazione, e tutelare la libertà di espressione.
I bambini e i giovani dovrebbero essere messi nelle condizioni di compiere scelte sicure e informate e di esprimere la propria creatività nell’ambiente digitale.
Si dovrebbero migliorare le esperienze, il benessere e la partecipazione all’ambiente digitale dei bambini e dei giovani attraverso materiali e servizi adeguati all’età.
Occorre infine prestare particolare attenzione al diritto dei bambini e dei giovani di essere protetti da tutti i reati commessi attraverso le tecnologie digitali o facilitati da tali tecnologie.
Potete consultare qui di seguito il testo completo del documento.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it